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L’eredità di Naruto e Sasuke

L’amore supremo è, credo io, l’amore segreto. Una volta esternato e condiviso, l’amore sminuisce. Languire tutta la vita per amore, e morire d’amore senza mai invocare il nome dell’amato, o dell’amata, ecco qual è il vero significato dell’amore

Hagakure, Libro II

Dopo quindici anni e 700 capitoli la serie di Naruto è giunta al capolinea, con una conclusione che è la peggiore cosa mai vista dopo… L’apparizione di Obito… Oppure… La redenzione di Obito… O ancora… Il ritorno di Obito. Dico davvero, deludere quando le aspettative sono già così basse è veramente un’impresa notevole. Questo articolo sarà quindi come l’autopsia su un cadavere: sapete che è morto e che farla non cambierà le cose, ma forse aiuterà a capire che cosa lo ha ucciso oppure CHI lo ha ucciso! Ma andiamo con ordine…

Anzitutto, che finale ci aspettavamo?

Prima di andare oltre è bene sottolineare che Naruto è un’opera di fantasia, qualora a qualcuno non fosse chiaro, intrisa quindi anche di un certo simbolismo che deve raccontare in sintesi ciò che è sottinteso e che non merita di essere spiegato. Spesso, in un’opera artistica, una sola immagine rende meglio di un milione di parole. Prendete per esempio la prima scena con cui si apre Guerre Stellari.

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In una sola sublime sequenza capiamo tutto quello che c’è da capire: la ribellione è piccola ed indifesa, l’Impero è potente e implacabile. Questa scena in particolare è diventata in seguito una marchio di fabbrica della saga, svuotandola di tutto il suo significato originale e facendo sospettare che lo stesso Lucas non l’avesse capita, anzi probabilmente se l’avesse compresa si sarebbe battuto per non metterla nel film. Prendete adesso il finale del Titanic, quando Rose muore nel suo letto al calduccio e la telecamere scorre sulle fotografie accanto a lei.

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Questa volta è Cameron che in una sola, semplice sequenza, riesce a raccontarci tutta la sua vita e dimostrarci, senza dover aggiungere parola alcuna, che ha mantenuto quella filosofica promessa estortale da Jack che avrebbe vissuto, avuto tanti bambini e che sarebbe stata felice. E sempre nel Titanic alla fine il capitano applaude per ultimo, non perché è un vecchio scocciato, ma perché il capitano è l’ultimo che abbandona la nave.

Insomma, in un’opera di fantasia alcune cose avvengono non perché delle persone reali le farebbero accadere così, ma perché l’autore vuole raccontarci qualcosa che non merita di essere spiegato a parole.

Detto questo Naruto sarebbe potuto finire in molti modi, non mi interessa adesso ipotizzarne alcuni più plausibili di altri, ma sicuramente quello che tutti quanti si aspettavano erano delle note nel sottotesto che rendessero giustizia ed omaggio ai personaggi, ma anche alla storia in se.

Invece che cosa è stato fatto?

Kishimoto ha esordito preannunciando che il finale sarebbe stato in due splendidi capitoli insieme, altra scelta veramente incomprensibile, per questo il capitolo 699 e il capitolo 700 li considero con piena autorizzazione come un unico capitolo conclusivo… E che capitolo! Cominciamo anzitutto con alcune idee (bacate) di sottofondo, tanto per abituarci al male a piccole dosi.

Konoha viene mostrata alcuni anni dopo nel futuro, alla stregua di una megalopoli che sovrasta la città vecchia, con un progresso tecnologico che manco se avessero costruito la Grande Biblioteca e ottenuto una tecnologia gratis.

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Tant’è che lo stesso Naruto lo troviamo di fronte ad un Macbook (OS X 10.9 Ninja) che mangia ramen da una scatoletta preconfezionata (immagino che il vecchio negoziaccio del ramen sia stato sostituito da uno sfavillante supermercato). Il Villaggio nascosto tra le foglie dell’albero è diventato il Villaggio nascosto tra i grattacieli.

Ma dopo questa visione da lontano addentriamoci in città e vediamo chi troviamo: Ten-Ten con il suo pulcioso negozio di armi, che già di per se erano inutili nel mondo medievale di Naruto, figuriamoci quanto potranno essere ambite in questo futuro turbo-tecnologico. Tra le varie cose che stanno a prendere polvere ci sono anche le carabattole di Rinculo-Sanin.

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Vabbe’, usciamo scocciati dalla sua bottega senza manco salutarla e vediamo come si sarà evoluta la scuola: nel corpo insegnanti troviamo anzitutto un droide mandato lì dal Ministero della Difesa per sedare gli studenti ribelli!

naruto-classe-1999

Mentre cerchiamo di sfuggire al suo sguardo disumano ci imbattiamo in Anko, la pervertita, che ci invita ad aspettarla un secondo…

anko-grassaFuggiamo terrorizzati prima che ingoi anche noi.

A questo punto si comincia a provare uno strano senso di tristezza, perché la sensazione principale è che Konoha non sia più la stessa che conosciamo. Sembra quasi che Kishimoto in qualche modo decanti la fine degli Shogun e l’avvento della modernità, che cancella l’eredità del passato, in un moto di nostalgia, tanto che anche le armi mitologiche del Dio-Hagoromo, adesso giacciono dimenticate nella bacheca di un polveroso negozio di periferia. Ma su questo torneremo, adesso andiamo avanti e scopriamo…

Che fine hanno fatto i nostri protagonisti?

Questa è probabilmente una delle note più tragicomiche ed insoddisfacenti del finale. Quando la Rowling concluse Harry Potter, ebbe l’accortezza di mostrarci i protagonisti, 19 anni dopo, tutti insieme al binario 9 e ¾ di King Cross Station. E’ chiaro che umanamente è ridicolo pensare che tutti quanti abbiano copulato contemporaneamente e che perfino i figli di Draco Malfoy partissero esattamente quell’anno per Hogwarts, ma chi si focalizza su questo punto dimostra solo di non aver capito un cazzo del messaggio che voleva lanciare l’autrice: non è importante chi fa quale lavoro, sono ancora tutti insieme, una sola grande famiglia, riuniti lì dove tutto è cominciato a mandare verso il futuro una nuova generazione di fronte alle quale si presenteranno nuove sfide — la cicatrice non fa più male, va tutto bene.

Quando troviamo Naruto, incontriamo invece un hokage sommerso di lavoro, benché non ci sia nessuna battaglia da combattere, quindi immagino un triste burocrate che occupa una vuota carica istituzionale. E’ un genitore talmente assente che il figlio si è trasformato in un teppistello che cerca di attirare la sua attenzione (parola di Kishimoto) e che lui sgrida, mostrando di non aver tratto alcun insegnamento dal suo passato. Da questo punto di vista l’autore manca completamente e definitivamente il punto sul personaggio, demolendo in un istante tutto quello che aveva costruito fino ad allora:

  1. diventare hokage aveva senso per il Naruto bambino, in quanto sarebbe stato il simbolo del supremo riconoscimento di lui che invece nessuno considerava
  2. Naruto che si è sempre prodigato per gli altri, in quanto persone, adesso non è capace di stare con la sua stessa famiglia perché preso da futili impegni
  3. Naruto che avrebbe sempre voluto AVERE una famiglia, adesso che ce l’HA non se ne prende cura
  4. se non si riesce a salvare un amico (una persona cara) che senso ha essere hokage? ma evidentemente moglie e figli non rientrano in questa categoria
  5. non è importante il diventare hokage, ma il percorso che si fa per arrivarci… ma no scherzo, la cosa più importante è essere hokage

In pratica vediamo un Naruto stereotipo di se stesso, solo contento di aver raggiunto finalmente una carica vuota (visto che non c’è nulla di serio da fare) e circondato di perfetti sconosciuti (Gaara con quella pettinatura-LEGO è inguardabile!).

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Ah! Stavo per dimenticarmene…

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Vabbe’, no comment. Andiamo avanti…

Sasuke dove diavolo è finito? Lo vediamo che si aggira per un boschetto-fantasy, con una terrificante borsa a tracolla viola-su-nero, quando per 698 capitoli se ne è andato in giro solo con un kimono ed una katana (ma questa è la vecchiaia, chi vorrà più dormire all’addiaccio… Meglio portarsi pantofoline e plaid)

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Si gira per un attimo, in preda alle traveggole e poi torna a camminare come se nulla fosse. A parte la scenetta che potrebbe essere carina, presa così a se in un GDR, questo qui dovrebbe essere uno tra i più forti ninja mai esistiti che, oltre alla segatura, ha in testa anche i due più potenti occhi di tutto il multiverso. E sente i rumori in un cespuglio? Ma forse era un moto nella Forza e in realtà si trova su Dagobah a migliaia di anni luce da Konoha e dalla sua famiglia…

Tutto ciò che lo riguarda in realtà non ha alcun senso, specialmente se si considera che adesso Sasuke ha comunque una famiglia a Konoha. Anche lui, come Naruto, era un orfano che soffriva l’abbandono e specialmente la disattenzione del padre e adesso lui dov’è? In secondo luogo vi è tutta la maldestra storia del Clan Uchiha che pende sul suo personaggio come una spada sulla testa di Ned Stark.

Dapprima il fratello Itachi aveva sterminato tutto il clan con l’aiuto dell’Uomo Mascherato-TobiObitoMadara, poi si scopre che in realtà li ha uccisi tutti perché è così che gli ha ordinato il Terzo Hokage, perché nel clan c’era un moto di ribellione e questa era l’unica cosa da farsi. Perciò il problema della vendetta si sposta dal fratello al villaggio, una cosa alquanto opportuna per Kishimoto che vuole imbastire lo scontro finale con Naruto, ma affatto sensata nel momento della riconciliazione finale: Sasuke piega il capo di fronte a Kakashi e si prende la bella lezioncina zitto e muto. Poi se ne va ad espiare i propri peccati nel mondo… Sarà anche vero che i vincitori scrivono la Storia, ma vediamo quali sarebbero questi suoi peccati:

  1. Vendicarsi del fratello che aveva ucciso genitori, parenti e amici — quindi Itachi aveva ragione?
  2. Distruggere un sistema politico e sociale che aveva promosso, autorizzato e guardato tale sterminio — insomma i nazisti facevano bene a bruciare quei sporchi ebrei!
  3. Distruggere i bijuu, le bestiole-codate, che venivano utilizzate come armi ed erano fonti di infinite guerre — no, fottiti Sasuke, questa non è una bomba atomica, sono 500kg di pura democrazia!

La sensazione che se ne trae che Sasuke abbia sostanzialmente tradito se stesso e tutto quello in cui credeva, per conformarsi al corso inesorabile della Storia sotto l’egida del carro vincitore. In poche parole: un perdente.

Sakura almeno si sarà salvata? No, è a casa che fa le pulizie, con un cencio sulla testa e il solito kimono di quando era una bambina: perché lei è rimasta una bambina!

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Qui chiaramente non è questione se lei possa fare o meno le pulizie, anche Rose del Titanic da vecchia rimbambita avrà potuto avere un attacco di dissenteria, ma il punto è che questa è l’ultima volta che la vediamo. E’ l’ultima scena dedicata ad una dei tre protagonisti di questa saga e l’unica cosa che ci racconta è che quando la figlia torna a casa, in un qualsiasi giorno di scuola in pieno pomeriggio, trova la madre a pulire. Un modo come un altro per dire che sta lì a pulire e ad occuparsi della casa giorno e notte peggio di Jeanne Dielman.

Che fine ha fatto l’eredità di Tsunade? Che fine hanno fatto le sue abilità mediche? Ha fatto una qualche carriera? Ha fatto qualcosa di utile? I suoi sogni si sono realizzati?

Negli ultimi capitoli vediamo Sakura promettere a se stessa che non sarebbe rimasta indietro a guardare Naruto e Sasuke e che avrebbe agito (invero è dal principio che lo paventa), ma a parte il pugno tanto-per in testa a Kaguya e aver guarito i due salvatori del cosmo, sembra che non abbia fatto nient’altro: da un’ottica puramente carrieristica, sia Naruto che Sasuke sono impegnati in qualcosa (per quanto privo di senso) mentre la sua unica attività sembra quella della donna di casa.

Insomma, un finale peggiore era difficile immaginarselo

Dopo quindici anni di trama e continui saliscendi ci si sarebbe potuti attendere per lo meno di vederli tutti riuniti e felici (se non si voleva dare un’impronta drammatica alla serie), ma la cosa più importante di tutte, ci si sarebbe aspettati che anche i protagonisti, in qualche modo metafisico, sprecassero una briciola del loro tempo per salutare noi. Perfino quella merda di Dragon Ball GT si conclude meglio, con Goku che ci rivolge lo sguardo dopo una patetica e strappalacrime rievocazione del passato.

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Ora sarà anche una cliché narrativo, ma questo resta pur sempre un manga che non di rado ha strizzato l’occhio e il portafogli agli appassionati, per cui scendi-dal-pero-amico e dammi almeno sta strizzata d’occhio anche sul finale. Invece no, l’unica sensazione che rimane è di una eterna e nostalgica solitudine, e me ne infischio se ci sarà un film o una qualche stupidissima serie spin-off o spiegare qualsiasi cosa. Per me il manga ufficialmente si è concluso così e non mi avrebbe fatto schifo, dopo 698 capitoli sull’amicizia e l’amore eterni che almeno nell’ultimo capitolo vi fosse una sintesi di tutto ciò. Ci siamo dovuti sorbire le redenzioni di Pain, ItachiObito, la storia della vita celodurista di Hashirama e Madara, il rapporto tra Rin e Obito, la vita di Minato e Kushina e tanto altro e non possiamo goderci per un secondo il trio protagonista insieme, felice e con uno scopo nella vita? Il fatto che abbiano procreato non mi rappresenta assolutamente niente di interessante, visto che potrebbe trattarsi di un fatto puramente accidentale, considerata l’atroce solitudine in cui tutti si trovano.

Sarebbe stato meglio vederli insieme che vanno a mangiare, magari che si frequentano, oppure che collaborano insieme a qualcosa, che si danno consiglio, che si scambiano opinioni. Che dopo millemila peripezie convivono nuovamente, che si rispettano e si comprendono. Mi sarebbe piaciuto immaginare che di fronte a loro si apra un mondo di avventure, ma che questa volta affronteranno le avversità uniti. E invece nulla…

Ma forse anche in tutto questo c’è un senso e qui arriviamo noi.

La storia nella storia

Il rapporto tra Naruto e Sasuke è senza ombra di dubbio quello più curato in tutta la storia e al quale l’autore si è maggiormente dedicato. E’ l’unica parte che secondo me Kishimoto aveva pensato dall’inizio, e anche quando affermava di avere ben chiaro il finale penso si riferisse al loro scontro. Tutto il resto della trama è così pieno di stereotipi e incongruenze che è difficile immaginare che l’autore l’abbia mai concepita con altro scopo se non quello di allungare il bordo. La storia degli Uchiha è soltanto un esempio fra tanti, che tra l’altro getta un’inesorabile ombra su Konoha stessa, che ne esce come un paese fascista dove si uccide perché non c’è nessun altra soluzione, in netto contrasto con i proclami del protagonista e quindi con la morale dell’autore stesso. Gli è uscita male e basta, e non penso nemmeno se ne sia reso subito conto.

Un altro esempio è l’evoluzione del mondo ninja dalla prima serie all’ultima: in principio il loro non era altro che un villaggio, come tanti, al servizio del Paese del Fuoco, i cui capi usavano i ninja per i compiti più disparati (compreso quello di recuperare un cane smarrito). Si trattava di una specie di esercito, dove anche i bambini venivano sottoposti ad esami dai potenziali esiti mortali. In questo contesto l’hokage era alla stregua di un generale, ovvero di un capo delle forze armate, che quindi comunque doveva rispondere ad un altro capo a sua volta. Alla fine invece si ha l’impressione che il Villaggio della Foglia sia quasi una capitale a se e l’hokage il sovrano indiscusso di questo paese.

Potrei continuare così a non finire su pressoché qualsiasi argomento trattato dal manga, per non parlare dei personaggi che per la maggior parte sono rimasti identici a come erano alla fine della prima serie. Con questo non sto dicendo che è tutto una merda, ma che per uscire per 15 anni di fila Kishimoto ha dovuto pure inventarsi qualcosa e la maggior parte delle cose le ha pensate lì per lì.

L’unico argomento sul quale non ha mai sorvolato era il rapporto tra Naruto e Sasuke.

Lungi dall’essere un mio parere personale questo è confermato anche dal fatto che il 35,8% del manga è speso nella costruzione della relazione tra i due (incluso quindi non solo il rapporto diretto, ma anche quando l’uno pensava all’altro), mentre per il rapporto tra Sasuke e Sakura siamo appena al 16,4% e per quello tra Naruto e Hinata ad un ridicolo 3,8% (costruito per lo più da lei che squilla Naruto-kun ♥)

E’ quindi il momento di ripercorrere per l’ultima volta tutta la storia del manga, ma non dal punto di vista delle vicende, che qui mi interessano meno, ma dal punto di vista del rapporto dei due protagonisti, cosa che mi interessa assai di più! Pronti?

Apocalisse SasuNaru

Naruto e Sasuke a partire dal loro aspetto fisico vengono ritratti come due rovesci della stessa medaglia: Naruto indossa colori caldi ed ha i capelli biondi, Sasuke indossa colori freddi ed ha i capelli scuri, Naruto è tozzo e paffuto, Sasuke è magro e slanciato. Ma non solo: Naruto punta di più sulla forza, Sasuke sulla tecnica, Naruto combatte in gruppo (grazie ai cloni), Sasuke in solitaria, Naruto è estroverso ed impulsivo, Sasuke è introverso e riflessivo, Naruto è socievole, Sasuke è associale, Naruto è empatico e generoso, Sasuke è egocentrico ed egoista, Naruto ama Sakura, Sasuke no.

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In tutto e per tutto Kishimoto ci introduce i due come bianco e nero, e insiste fino alla fine su questa dicotomia degli opposti (che si attraggono).

Entrambi sono orfani e senza una famiglia ed entrambi trovano nell’altro quel qualcuno in grado di vincere la propria solitudine. Entrambi riescono a cosentire con l’altro, come direbbe Kundera, fin tanto da provare il dolore che prova l’altro, ma allo stesso tempo arrivando a sentirsi sollevati perché non erano più soli (capitolo 698). Naruto in particolare racconta come avrebbe voluto parlare a Sasuke, all’epoca, ma non ebbe mai il coraggio (Naruto, “Avrei dovuto parlargli… Ci ho pensato e ripensato sopra…”, capitolo 647) e, invidioso delle sue abilità, decise di proclamarlo suo rivale.

In questa proclamazione di rivalità unilaterale si crea in realtà anche il primo conflitto tra i due: Sasuke sembra comprendere perfettamente i propri sentimenti e vuole avvicinarsi a Naruto, il quale però sembra voler ridurre il tutto ad una mera questione di rivalità tra ninja di Konoha (capitolo 173, 174). In più Naruto dice di essere innamorato di Sakura, anche se paradossalmente sembra più innamorato del modo in cui lei ama Sasuke (capitolo 3). Affinché tutto sia chiaro Kishimoto fa dire alla ragazza che la sua unica aspirazione sia essere riconosciuta dall’Uchiha (capitolo 3), cosa che poi Naruto ripeterà fino alla noia (Naruto, “desiderando di essere forte come te, figo come te. Sono davvero felice d’averti incontrato.”, capitolo 485).

Comunque sia i tre diventano membri dello stesso team e il fatto di dover stare assieme proprio a Naruto e Sakura non sembra entusiasmare affatto Sasuke, che anzi sembra spesso seccato dal veder loro far combriccola-chiasso (capitolo 36). Per fortuna però, Kakashi insegna loro l’importanza di fare squadra e di preoccuparsi per i propri compagni, cosa che a Naruto serve il giusto (visto che comunque non è un tipo egocentrico), ma che cambia radicalmente l’atteggiamento di Sasuke nei confronti della compagna.

Per un po’ li vediamo impegnati in varie missioni e Naruto e Sasuke non mancano di punzecchiarsi e sfidarsi a vicenda (tanto che Sasuke affibbia all’altro il soprannome usuratonkachi) in un crescendo di tensione (sessuale). L’arrivo di Haku permette a Kishimoto di evidenziare ulteriormente il loro legame, facendo dapprima un collegamento tra i due e Haku e Zabuza, sul tema della persona importante (capitolo 21), e poi lanciando Sasuke al sacrificio pur di salvare la vita al compagno. Quando Naruto gli chiede perché lo abbia fatto, Sasuke replica che non lo sa e che “il mio corpo si è mosso da solo, idiota..” (capitolo 27), sottolineando così anche la fisicità del loro rapporto (o almeno del suo affetto verso il biondino — non è solo la mente, ma anche il corpo che lo desidera proteggere).

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Naruto, dal suo canto, non manca di andare su tutte le furie e abbatte Haku, senza ucciderlo però (e ancora una volta notiamo come Sasuke, una volta ridestato, si preoccupa subito che il compagno non sia diventato un assassino — Sasukkia, vi ricordo che siete dei ninja — e che non abbia ucciso chi voleva salvarli, capitolo 33).

Passato l’episodio seguono altre avventure e Sasuke dimostra un crescente interesse per il compagno, ed una sempre maggiore ostilità verso Sakura, probabilmente per una questione di gelosia. In particolare nell’episodio di Gaara sembra diventare piuttosto chiaro, per l’Uchiha, che il compagno ami la ragazza e sia disposto a fare per lei quello che egli avrebbe fatto per lui (capitolo 133). Il ritorno di Itachi complica ulteriormente le cose, perché riporta Sasuke alla realtà: non è diventato per niente più forte, sta lì appresso a Naruto il cui unico interesse è Sakura, e non riesce nemmeno a difenderlo (capitolo 144). Naruto, dal canto suo, sembra aver talmente tanto idealizzato Sasuke da non riuscire a rendersi conto sia di averlo superato da un pezzo, sia dell’interesse che mostra per lui il ragazzo e continua ad impuntarsi sulla questione della rivalità. Inoltre, come se niente gli mancasse, sente che Sasuke è di Sakura e, in qualche modo, diventa paradossalmente il primo e più fanatico sostenitore SasuSaku della storia (capitolo 172).

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Lo scontro sul tetto, durante il quale Sasuke tenta in vano di “raggiungere” il compagno e chiedergli, implicitamente, di comprendere quello che lui pensa (Sasuke, “Idiota che non sei altro, perché sei così pieno di te stesso?”, capitolo 173, 174), decreta anche la loro definitiva separazione.

Nella notte Sasuke decide di raggiungere Orochimaru e buttarsi tutto alle spalle, per focalizzarsi solo ed esclusivamente sulla vendetta, che diventa così il suo unico obiettivo. Nel cuore della notte, sulla via dell’addio, Sasuke incontra Sakura che lo implora in vano di restare. La scena si conclude con l’enigmatico grazie e lo stordimento della fragola-rosa (capitolo 181), laddove il gesto di Sasuke sembra semplicemente il seguente: se non ci fossi stata te, di cui Naruto è così perdutamente innamorato, non avrei mai aperto gli occhi e non me ne sarei andato.

Naruto si mette immediatamente alla ricerca dell’amico, promettendo a Sakura che lo avrebbe riportato indietro ad ogni costo e dopo un altro po’ di peripezie i due si affrontano di nuovo, per l’ennesima fatale separazione (capitoli dal 218 al 233).

Fino a questo momento la relazione tra i due è stata in qualche modo mostrata principalmente dall’ottica di Sasuke, mentre adesso si passa su Naruto, che come un principino azzurro si mette ad errare appresso alla sua amata madamigella sparita. Non per nulla preferisce vivere come uno sciocco, piuttosto che lasciar perdere Sasuke (capitolo 237), che non potrà essere mai sostituito da Sai (capitolo 288), che tra parentesi non è nemmeno lontanamente figo (sic!) quanto il primo (capitolo 286), e nessuno s’azzardi a reclamarne l’appartenenza (capitolo 291).

Sasuke ormai prosegue sulla sua strada invece, sicuro di essere stato dimenticato dai compagni, e non per nulla li guarda con derisione quando tornano a trovarlo al covo di Orochimaru: poi proprio loro due assieme! Ma specialmente Naruto! Sasuke sembra quasi sorpreso che il “suo rivale” ci abbia tenuto a venirlo a cercare (capitolo 306), solo a dimostrazione di quanto aveva frainteso in precedenza. “Non uccidere Naruto…” gli intima Kurama in quell’occasione “finiresti col pentirtene…” (capitolo 309)

Inutile far notare come Kurama non abbia alcun potere da veggente, ma parli solo per quello che vede nell’anima del suo ospite.

Comunque sia torniamo a noi, o meglio alle paturnie del nostro caro Narutello, che proprio non si rassegna nel vedere sparire l’amico e comincia a pensarlo sotto cieli stellati (capitolo 319), perdersi imbambolato a riflettere su che fine abbia fatto (capitolo 331) e invocarne il nome prima di addormentarsi (capitolo 403, capitolo 459). Non per nulla lo stesso maestro Kakashi se ne accorge e osserva che Sasuke è sempre di fronte agli occhi di Naruto (capitolo 342), che dal canto suo constata come “solo il vento può ravvivare il fuoco” (capitolo 333).

Se tutto questo non fosse sufficiente a metterci nell’ottica giusta, arrivano due perle rare adornate di diamanti (un kitsch che solo Kishimoto poteva partorire).

Anzitutto Sakura ha un’idea geniale delle sue: andare ad assassinare Sasuke (con un kunai avvelenato). Ma prima va da Naruto e mente confessandogli tutto il suo smisurato amore: Naruto resta anzitutto del tutto indifferente ed anzi, si strania assai di come lei possa non amare più Sasuke (chi mai potrebbe non amarlo più?!?!). Per Naruto pare del tutto incomprensibile, poi viene anche a sapere che c’è un ordine per tagliare la testa dell’amico il che lo getta nella disperazione più totale, facendogli venire un attacco di panico che lo schianta a terra, ansimante nella neve. (capitolo 474, 475)

Il bello però deve ancora venire: durante lo scontro con Pain, la polverosa Hinata-chan ♥ dichiara tutto il suo amore per Naruto, dicendo come lei lo ha sempre preso da modello e seguito, perché lei lo ama (capitolo 437). Naruto, oltre che ignorare del tutto tale spasmodica dichiarazione, non esita a replicare il medesimo discorsetto a Sasuke (capitolo 485), omettendo un “ti amo” finale, ma aggiungendoci un romantico “moriremo insieme”(capitolo 486).

Di fronte a simili perle perfino lo psicolabile Sasuke è costernato e non può che esclamare: “Che cosa c’è con te che non va?!”

I due si separano nuovamente, dando occasione al risorto Itachi, dopo varie vicissitudini, di far notare che Naruto non era il solo ad essere guidato dall’altro, ma che lo stesso valeva pure per Sasuke. Dopo questa contorta nota del nostro cuoco preferito, Naruto e Sasuke tornano finalmente ad incontrarsi durante la battaglia finale contro Madara e Obito (capitolo 631).

Sasuke fin da subito fa presente che l’unica cosa che gli interessa, oltre alla vittoria, è proteggere Naruto (capitoli 631 – 644635 – 637644 – 680) e si impegna in tal senso ben prima dell’arrivo di Hagoromo (quando la presenza di entrambi diventa essenziale). Naruto, dal canto suo, è al settimo cielo per poter tornare a come tutto era una volta, cosa che purtroppo l’Uchiha non gradisce eccessivamente: per lui il Team 7 non esiste più, ne gliene frega nulla, l’unica cosa alla quale pare dare qualsiasi importanza sono se stesso (ma va!) e Naruto.

L’arrivo di Hagoromo salda definitivamente l’esistenza dei due in una cosa sola: Naruto è Ashura, Sasuke è Indra, Naruto è il Sole, Sasuke la Luna, a Naruto il maschile, a Sasuke il femminile, a Naruto la luce, a Sasuke le tenebre. In poche parole Yin e Yang che si completano alla perfezione.

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Dopo questo matrimonio spirituale e la sconfitta di Kaguya è il momento dello scontro tra i due.

Sasuke spiega candidamente che lui sarà hokage e che non ci saranno più bestie-codate se non al suo servizio; Naruto dal canto suo né vuole rinunciare ad essere hokage, né tanto meno può permettergli di distruggere i suoi beniamini domestici oppure ammazzare i kage viventi (capitolo 693). Da notare come Sasuke non voglia uccidere veramente Naruto, mettendo in evidenza però che se gli si frapporrà in mezzo, allora non esiterà a passare sul suo cadavere (come sei ingenuo, Sasukkia).

Si recano quindi nella Valle della Fine-Ultima-e-Definitiva, dove a suo tempo combatterono pure Madara e Hashirama, e cominciano a darsene di santa ragione in quella che Kishimoto definisce una battaglia di amore e potere (capitolo 696) che mette ancora una volta in risalto come Naruto voglia sì affrontare Sasuke, ma non in quella maniera (“quando si tratta di battaglia, io voglio davvero batterti, ma non quello che sei diventato adesso! Tu lo sai benissimo, vero Sas’ke?!?”).

L’Uchiha, dal canto suo, sembra combattuto tra l’ammazzare l’altro e farsi ammazzare, perché in fin dei conti Naruto è soprattutto la sua più grande debolezza (capitolo 698).

E così siamo giunti al capitolo finale (dello scontro). Naruto è a terra, Sasuke sta per colpirlo, ma il biondo trova le ultime forze per colpirlo e spiccicarlo come una mosca sulla montagna antistante.

Sasuke: “Ancora, ancora e ancora. Fai il bravo bambino e fatti ammazzare!”

Naruto: “Non ci penso neanche! Io sono l’unico ed il solo!” (alè… questo ci ricorda qualcosa?)

Kurama stesso è ammirato di fronte a tanta determinazione, osservando come Naruto sia decisamente speciale per lui e che potrebbe scommettere che sia lo stesso per Sasuke.

I colpi dei due ragazzi si scontrano per l’ultima volta, una luce squarcia le tenebre e poi nulla. Silenzio, fino all’alba.

Naruto: “Svegliati adesso… Eh…”

Borbotta Naruto, mentre Sasuke riprende a stento conoscenza.

Naruto: “Come vedi, se ci muoviamo troppo, moriremo dissanguati…”

Sasuke: “Guardati! Perché continui ad insistere a metterti sulla mia strada? Io… Sono precipitato nelle tenebre ed ho ottenuto i poteri per eliminare tutto dalla mia strada. Non mi importava di chi si trattasse, io cercavo di tagliare i legami con chiunque mi fosse intorno… Ma tu, non hai mai pensato a tagliare i legami con me.”

A Sasuke torna in mente Naruto mentre gli dice “Io sono l’unico che accetterà questo odio dentro di te”.

Sasuke: “Indipendentemente da quello che è successo… Tu davvero ci tieni così tanto a me?”

Naruto: “Non lo sai di già? Ma guardati… Parli così tanto solo perché non ti puoi muovere.”

Sasuke: “Sta zitto e rispondimi.”

Effettivamente… Qui Naruto sembra quasi voler eludere la domanda, ma se non c’è niente sotto che male c’è dire le cose come stanno?

Naruto: “Questo è perché sei mio amico.”

Sasuke però non vuole mollare l’osso, l’ha già sentita sta storia e non ne può più, perché anche a lui è palese che sotto c’è dell’altro.

Sasuke: “Questo me lo hai già detto una volta. Ma per TE che cosa significa?”

Naruto: “Se proprio me lo chiedi, non so come spiegartelo. E’ semplicemente che quando ti sento blaterare che sopporterai tutto sulle tue spalle… Io sento… Come un dolore…”

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Naruto: “E’ fa veramente male… Non c’è modo in cui possa semplicemente ignorarlo. Beh oggi mi fa male tutto, quindi non c’è molto che possa fare.”

Sasuke: “Naruto… Sapevo che in passato tu eri solo… Come me, l’ultimo degli Uchiha, eri emarginato da tutti. Ti comportavi come un idiota perché la gente ti rimproverasse, perché volevi che ti notassero. All’inizio pensavo che tu non meritassi alcuna considerazione, che fossi solo uno smidollato che faceva chiasso. Ma vedendoti fare cose stupide ed essere sempre sgridato, per qualche motivo ho cominciato a posarti gli occhi addosso. Quello fu anche il momento in cui capii che la tua debolezza stava entrando anche dentro di me. Non potevo smettere di prestarti attenzione. Quando ti vedevo fare tutto il possibile pur di creare un legame con gli altri, questo mi ricordava la mia famiglia. E per qualche motivo mi sentii sollevato. Però allo stesso tempo pensavo fosse una debolezza. Mi ero allenato duramente per sfuggire a questa debolezza e diventare più forte, per potermi vendicare di mio fratello. Ma a quel punto tu capitasti nel mio stesso Team e mi ricordasti della mia famiglia di nuovo. Completando le missioni assieme a te, che volevi diventare hokage, potevo sentire che stavamo diventando entrambi più forti. Capii che volevo confrontarmi con te. Io cominciai a vedere il Team 7 come una specie di famiglia, ed è per questo che, quando ti sentivo soffrire, io soffrivo a mia volta. Quando compresi la tua sofferenza, per la prima volta ti considerai un mio compagno. Ma allo stesso tempo non potevo permetterti di diventare più forte. Quando vidi quanto eri diventato forte, io….”

Naruto: “Pure io sapevo che tu eri sempre solo… Mi sentivo sollevato al pensiero che ci fosse qualcuno come me, ed ero così felice che avrei voluto parlarti subito. Ma non l’ho fatto, perché ero invidioso delle tue capacità e decisi che saresti stato il mio rivale. Diventasti il mio obiettivo. Per la prima volta avevo un legame. Durante le nostre missioni da Team 7 ho continuato ad andarti dietro, perché volevo diventare abile e figo quanto te!”

Sasuke: “E’ proprio l’opposto… Ero io ad essere geloso delle tue abilità… Tu avevi una forza che a me mancava, tu eri sempre un passo davanti a me, esattamente come mio fratello. E pure oggi…”

La luce dell’alba illumina i due (come a dire che hanno avuto entrambi una definitiva illuminazione!).

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Naruto: “Eh? Ma dove siamo? Non dirmi che è il paradiso…”

Sasuke: “Sembrerebbe che abbiamo dormito fino all’alba… Ancora una volta sei vivo…”

Naruto: “Merda! Non riesco ancora a muovermi! Volevo picchiarti finché non avessi aperto gli occhi una volta per tutte!”

Sasuke ridacchia: “Vuoi ancora combattere, nelle tue condizioni?”

Naruto: “Ma certo! Non lascio perdere!”

Sasuke: “Lo ammetto… Ho perso.”

Naruto: “Idiota! Qui non ci sono vincitori o sconfitti! Io volevo solo riportare alla ragione un amico che non voleva ascoltarmi! Il vero combattimento verrà dopo!”

Sasuke: “Ehi Naruto?”

Naruto: “Eh?”

Sasuke: “Sappi che finalmente ti ho riconosciuto. Se io adesso muoio, il destino che ci univa secondo l’Eremita, morirà pure… Anche questo sarebbe rivoluzionario. Tu potrai fermare lo tsukuyomi semplicemente trapiantando il mio occhio sinistro in Kakashi. Io… Volevo occuparmi di te da solo.”

Naruto: “Tu… Tu non potrai occuparti di alcunché se sarai morto! Vivi e aiutami, anziché morire! Il mio sogno è di far collaborare tutti gli shinobi. E questo include anche te!”

Sasuke: “Beh, anche se a te questa sta bene, che ne penseranno gli altri?”

Naruto: “Smettila di essere così pedante! O ti riempio di botte!”

Sasuke: “Potrei tornare a volerti far fuori di nuovo…”

Naruto: “Allora ti fermerò di nuovo, anche se non credo che lo rifaresti!”

Sasuke: “Come fai ad esserne così sicuro?”

Naruto: “Non fare che mi debba ripetere. Ancora non capisci, eh?! Chi l’avrebbe detto che tu fossi così stupido!”

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A questo punto Naruto volta lo sguardo per vedere se il compagno ha finalmente inteso, e Sasuke ha inteso eccome, tanto che le lacrime scendono dal suo viso.

Sasuke: “Stai zitto, usuratonkachi

Kishimoto, non te ne va bene una

Così si conclude Naruto, dopo che Naruto e Sasuke hanno praticamente giaciuto una notte insieme, si sono scambiati i fluidi corporei e ciascuno ha perso una parte di se per l’altro, in un trionfo di simbolismo romantico come solo Kishimoto poteva fare.

Infine c’è subito da notare come per Naruto il ritorno di Sasuke sia a prescindere e che il parere degli altri (e quindi gli altri stessi) si riduca ad un’inezia (una mera pedanteria); Sasuke invece si scopre completamente, rendendosi del tutto vulnerabile di fronte all’altro in quella totale e definitiva ammissione di sconfitta, mentre il biondo, di fronte al trionfo dell’alba si chiede se siano in paradiso (invece quando muore veramente si domanda semplicemente se sia finito nell’aldilà), come a ribadire che adesso finalmente ogni cosa è al suo posto.

E’ al suo posto, ma non per Kishimoto che adesso deve rendere conto agli appassionati di tutto il mondo e ai propri editori.

Il fatto che lui avesse voluto incentrare la storia sull’amore dei due protagonisti, rivissuto secondo la dottrina del Bushido dell’amore segreto come supremo amore¹, è tanto lapalissiano quanto tutti gli altri riferimenti e citazioni di cui ha popolato il manga sulla cultura samurai e in generale del Giappone medievale. In questo contesto trovano perfettamente luogo il rapporto tra Haku e Zabuza, Orochimaru e Kimimaro, Orochimaru e Kabuto e altri.

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Paradossalmente trovano perfettamente luogo perfino gli accoppiamenti finali, in quanto il dovere sociale del guerriero era quello di sposarsi e fare dei figli, riproducendo così perfettamente la visione kishimotesca del mondo femminile, quale utero da ingravidare e poco più.

La resa dei conti con gli editori si vede proprio nella costruzione degli ultimi due capitoli, in cui Kishimoto parla tra le righe e tra i denti, demolendo tutto quello che aveva fatto e appigliandosi a simboli di ogni sorta, come al suo solito. Ma vediamone un po’ assieme:

  1. Fa implorare perdono a Sasuke (dopo che si era tolto la soddisfazione di maltrattare Sakura per un’ultima volta) in un trionfo di patetismo talmente eccessivo da essere incredibile
  2. Fa diventare hokage Kakashi, che poi si scopre essere stato una sorta di hokage pro tempore in attesa di Naruto, il vero hokage
  3. Sasuke non dà nemmeno un bacio a Sakura, ma un buffetto come faceva suo fratello con lui (per la serie, mangiatevi ‘sta simbologia adesso!)
  4. Sakura dal canto suo non fa di meglio che piangere e chiedere di nuovo, impotentemente, di andare con Sasuke, l’unico scopo della sua vita (potrei soffomitare)
  5. In nessuno dei due capitoli viene detto esplicitamente chi sta con chi (per la serie: adesso lo intendente senza dubbi, per Sasuke e Naruto non lo capivate)
  6. Sasuke ha una figlia femmina identica a lui (e ridicolmente a Karin) e Naruto un figlio maschio spiccicato al padre, laddove i pargoli sembra abbiano una qualche specie di infatuazione reciproca (e non parliamo del fatto che si riconferma ancora il giochino del femminile per Sasuke e del maschile per Naruto)
  7. Hinata ha una figlia-fotocopia di cui ufficialmente non si sa chi sia il padre (si può solo intuire che sia Naruto, e ancora una volta Kishimoto sottolinea l’importanza del non detto)
  8. Konoha non è più la vecchia città, in un certo senso non è la Konoha di Kishimoto, distrutta e ricostruita millemila volte; Kishimoto aveva raccontato la storia di un mondo sulle orme del Giappone medievale, con la modernizzazione della città sembra quasi voler evidenziare la fine di questi suoi ideali e il trionfo di un mondo nuovo e a lui estraneo
  9. Le armi di Hagoromo giacciono a prendere polvere da Ten-Ten, inutilizzate perché probabilmente Kishimoto stesso aveva altri piani per la trama, ma poi ha dovuto tagliare corto (e quel “uff” di Ten-Ten sembra quasi venire dalla bocca dell’autore)
  10. Naruto, né Sasuke sono con i figli e con la famiglia, quasi a voler ribadire come in quel mondo (in quella configurazione dell’universo) loro stessi sono stati “traditi”

In poche parole un finale dove non c’è trionfo, non c’è amicizia, non c’è nemmeno amore. Non c’è nulla di tutto quello che l’autore ha costruito e professato negli ultimi 15 anni.

A questo si aggiunge quell’apparizione finale di Kaguya, tanto improvvisa quanto provvidenziale, che per certi versi sembrava incarnare l’autore stesso a momenti, o chi per lui. Mi piace pensare che quel suo “vi odio” rivolto ai figli, ossia a Naruto e Sasuke, sia una specie di modo da parte dell’autore di dire che ha finito con l’odiare i suoi stessi protagonisti, che non poteva condurre alla fine che voleva.

Ma quest’ultima ammetto essere una mia fantasiosa, quanto infondata, speculazione.

In conclusione io ho la convinzione che questo è il modo in cui Kishimoto ha concepito e scritto tutta la storia, e che il SasuNaru abbia avuto ragione di essere dal principio alla fine. Molti si appelleranno certamente a talune interviste, piuttosto che ad altre, ma l’autore in questi anni ha scritto e detto molto, fuori dal manga, e tante di quelle cose alla fine non si sono mai nemmeno avverate (pensate alle penultime, clamorose promesse, sulla rivelazione del volto di Kakashi).

Naruto è un’opera imponente, che ha avuto una popolarità enorme. Dobbiamo rendercene conto e capire anche che l’autore di una simile serie non può agire solo di testa sua, perché dal suo lavoro dipendono anche i lavori di moltissime altre persone. Se questo da un canto può deprimerci, dall’altro mi risolleva, perché il cosiddetto SasuNaru è esistito quasi fin dal principio e indubbiamente avrà dato anche noia a qualcuno, ma mai all’autore. In tutti questi anni, in tutto questo tempo, Kishimoto se ne sarà certamente reso conto e se non lo avesse voluto, o se gli avesse fatto schifo, avrebbe potuto trovare modo di ribadirlo anche nella serie, così come ha fatto con altro.

Perché è mia ferma convinzione che Kishimoto abbia descritto questo, forse anche con un po’ di autobiografia, e alla fine quella tra Naruto e Sasuke è stata una storia, che prima di ogni altra cosa, ha parlato dell’amore.

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¹ Yamamoto, 1969 [1716], pp. 134, 253-254 (amore); 42 (omosessualità maschile); 58, 152 (morte); 111, 125 (devozione al proprio signore). Spiega che nel contesto del bushido l’omosessualità esprimeva il legame assoluto fra il signore e i suoi seguaci/servitori (pp. 113-116, 134). Secondo Yamamoto, l’amore eterosessuale è essenzialmente funzionale alla riproduzione, mentre l’amore omosessuale fra guerrieri, definito shudo o danshoku, è puro ma intenso. Ritiene tuttavia che l’amore di un guerriero debba essere tenuto rigorosamente nascosto in quanto shinobu koi (amore che deve essere controllato).


Il diavolo e la signora

Probabilmente uno dei personaggi più comici e bistrattati di tutto Sharingan, ehm scusate, volevo dire Naruto, è la polverosa Hinata-chan ♠. Qualcuno dirà, e non posso biasimarlo, che è un commento da fangirl del SasuNaru, ma non fraintendetemi: come ho già detto altre volte, non ho nulla contro Hinata in se, è solo che proprio Kishimoto sembra non sopportarla e non veder l’ora di farsene ludibrio come meglio può.

Se la cosa non vi convince basti ricordarsi della più grande beffa della storia dei manga, quando Hinata dichiara tutto il suo amore al suo Naruto-kun ♥, finendo poi non solo per morire, ma anche essere completamente ignorata da quest’ultimo. ♠

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Se Kishimoto avesse avuto alcun interesse a sviluppare un intreccio tra i due, allora quella dichiarazione avrebbe meritato di essere sviluppata almeno un po’; invece la cosa si conclude tale e quale e non se ne sente parlare più, senonché il medesimo dialogo viene riutilizzato nell’ennesimo confronto tra Naruto e Sasuke, dove il primo replica pedissequamente il dialogo al secondo (chissà che avrà voluto dire…).

Insomma, cornuta e bastonata… Come si suol dire. Ma torniamo a noi e vediamo di passare in rassegna le ultime perle riguardanti la nostra amata, dopo il capitolo 615 quando per un istante tutti i suoi sogni sembrano sul punto di realizzarsi: Naruto-kun le stringe la mano e condivide con lei il suo chakra… ♥

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… sennonché l’istante dopo comincia a condividerlo con tutti quanti, con tanto di dammi-il-cinque per passarsi il chakra di mano in mano!

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Ma questo non scoraggia Hinata-chan, che finalmente riesce a fare qualcosa di concreto (a parte fare da scudo umano) e respingere l’attacco della manina della borsetta-Juubi. Ovviamente la scena serve per dar sfogo alla solita misoginia kishimotesca, oltre che celebrare il Marty Sue Naruto, infatti:

  • l’unica cosa utile che può fare una donna-inutile avviene grazie al chakra di un uomo
  • Madara si può meravigliare della straordinaria grandezza di Naruto, che è riuscito a rendere forte anche una esile, gracile, uomo-dipendente ed inutile donna, come Hinata-chan (capitolo 616)

Detto questo passano 15 capitoli nei quali Hinata fa sostanzialmente da comparsa che al più borbotta Naruto-kun ♥ e dice ovvietà come “uniamo le nostre forze”.

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Capitolo 632. Hinata ha aspettato abbastanza per poterci deliziare con una battuta delle sue che ha preparato nel frattempo…

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Meno male che ci sei te ad ascoltare Kiba-kun e a rivelarci queste notizie sensazionali! Una vera psicologa!

La scena ha anche un che di tragicomico, con ‘sta disgraziata che si premura di far notare a quello sfigato di Kiba che lei è lì che sta a sentire le scemenze che sta sparando, mentre ha fatto la sua apparizione il Pallade Sasuke, prediletto del destino-Kishimoto.

Capitolo 633. Mentre tutti quanti si danno da fare per distruggere più cloni che possono della borsetta-Juubi, Hinata si lancia all’attacco stile Ken il Guerriero, sganciando drammaticamente ben 64 colpi e abbattendo un solo sub-Juubi.

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Perché l’umiliazione sia ultima e definitiva, il demonio-Kishimoto le fa perfino commentare il suo inutile ed impotente attacco come “il meglio che può fare”. Naturalmente Hinata non si dà per vinta e sancisce che da ora in poi andrà avanti con questa pomposa tecnica, in cui ad uno sforzo sovrumano (ricordiamoci che Sakura ha fatto fuori un’orda di sub-Juubi con un solo pugno) corrisponde un risultato definitivamente mediocre, come lei stessa, d’altronde (ma sempre meglio che restare in disparte!).

Capitolo 638. Hinata ha finalmente occasione di rendersi utile, quando Sakura le chiede se stesse guardando cosa faceva Obito e questa ci conferma che effettivamente egli ha assorbito il chakra di Juubi. Peccato che non ci fosse Naruto-kun ad assistere al suo momento di gloria.

Capitolo 647. Dopo quasi dieci capitoli di assenza, in cui ha fatto poco più che da comparsa, Hinata ha modo di rilanciare l’ennesimo “Naruto-kun”, mentre il suo amato professa i suoi sentimenti nei confronti di Sasuke in mente-visione e conclude che non vuole più avere rimorsi.

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A questo punto mi immagino lei che è lì che pensa: “Che bello Naruto-kun, si ricorda di quello che ha mancato di dire a Sasuke da piccoli, a tutto ciò che avrebbe voluto fare ma non ha fatto, e non vuole più commettere lo stesso errore, si ricorderà anche che gli ho detto che lo amo?! E’ così bello che spero di potergli fare almeno da zerbino!” ♥

Capitolo 649. La prostrazione dell’anti-femminista naruto-dipendente Hinata-chan raggiunge livelli epici, nel momento in cui anche lei, assieme a tutti gli altri concamerati, conclude che “vuole stare al fianco di Naruto-kun” e quindi “deve fare del suo meglio”.

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Paula Lip le fa un baffo a questa qua, che si sente così misera ed inutile da doversi impegnare con tutti i suoi sforzi se vuole meritare un posto accanto al glorioso maschio-alfa Naruto-kun ♥

Capitolo 662. Dopo altri 13 capitoli di assenza riecco un’occasione per Hinata, nonché il momento di svago del destino-Kishimoto. Naruto è a terra, praticamente morto, ma lei non se ne sarebbe manco accorta se Kiba non l’avesse avvertita di guardare nella direzione giusta. E cosa vede? Sakura sopra Naruto, che sta intervenendo per salvarlo. Allora Hinata non ha di meglio da fare che spiccare il volo verso il centro della sua vita, per prestargli soccorso (ma se c’era già Sakura che stava dando il meglio di se! Te che avresti mai potuto fare?!). Il destino-Kishimoto le è purtroppo avverso e la fa inciampare su un sasso.

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Ma una ninja potrà mai inciampare a faccia in terra su un sasso?

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Capitoli 677 e 678. Il sipario cala definitivamente su Hinata-chan, assorbita nello tsukuyomi infinito assieme a tutti gli altri. Le sue ultime parole quali potranno mai essere state? Ma ovviamente Naruto-kun. Ormai se passa una vignetta in cui non lo dice provo quasi sorpresa!

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Naturalmente quale poteva essere il suo mondo ideale se non uno in cui vive con Naruto per sempre? Il tutto mentre gli altri li guardano con amara invidia in disparte.

All’uscita del capitolo 615 moltissimi appassionati della coppia Naruto-Hinata (il famigerato NaruHina) avevano sperato in un avverarsi dei loro sogni, e molti continuano a sperarlo tutt’ora (specialmente quelli che cercano naruto si sposa con hinata 2014) — purtroppo però resto dell’opinione che Kishimoto reputi Hinata un personaggio tanto marginale quanto detestabile, e l’abbia sempre usata solo per costruire e celebrare il personaggio di Naruto, tant’è che lei stessa non sembra avere alcun altro scopo che il nostro amato protagonista e quel che è peggio non è nemmeno in grado di dare una realizzazione ai suoi desideri.

Guardando più in generale tutta la serie, Hinata è arrivata alla fine senza essere riuscita a fare alcunché di concreto per far avverare il suo unico sogno, per quanto banale e pietoso possa essere, fintanto ad arrivare ad inciampare su un sasso pur di non compicciare alcunché di buono. Se questa non è avversità della sorte (Kishimoto) non so che altro possa essere.

Per di più, ma è naturalmente una mia personalissima impressione, non ce la vedrei affatto assieme a Naruto e credo che nemmeno Kishimoto ce la veda. Se proprio dobbiamo trovargli una ragazza probabilmente la più adatta sarebbe Sakura (e se un’accoppiata dev’esserci è questa quella in cui spero) e il NaruHina resta tanto inverosimile quanto il SasuSaku, e improbabile quanto il SasuNaru (ahinoi!).


Il ritorno di Sasuke – parte terza

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Se nei precedenti due articoli (qui la prima e la seconda parte) ci chiedevamo se Sasuke fosse tornato per Naruto, o per qualche altro motivo, adesso la risposta pare alquanto chiara: è tornato per Naruto.

Qualcuno potrebbe ribattere fin da subito che l’avvicinamento è dettato solo dalla necessità di sconfiggere assieme un nemico che altrimenti distruggerebbe il mondo intero, ma anche se così fosse (e cercherò di dimostrare il contrario in seguito), ciò implicherebbe che sostanzialmente Sasuke reputi Naruto un suo pari, indispensabile a prescindere (non poca cosa, se ci ricordiamo di quando affermava che lui era decisamente superiore!).

Prima di procedere però, voglio fare una premessa, su un tema a me molto caro: come ne abbiamo già parlato altrove, sono dell’opinione che Sasuke ami veramente Naruto, e che uno dei motivi sottintesi per cui se ne era andato, derivava proprio dal fatto che Naruto non pareva essere capace di ricambiare il medesimo sentimento, ed anzi sembrava innamorato piuttosto di Sakura, riducendo il loro rapporto ad una mera rivalità tra ninja di Konoha (di conseguenza lui che ci stava a fare, ancora lì? Tanto valeva dedicarsi alla vendetta). Questo si vede sia nella crescente (ed immotivata) irritazione che Sasuke mostra nei confronti della ragazza (la famigerata scena nell’ospedale dove getta a terra il piatto che lei gli porge), sia per il generale fastidio che prova nel vedere i due fare coppietta (ricordiamoci che nel momento in cui se ne va, nel cuore della notte, la prima immagine che torna alla sua mente sono Naruto e Sakura assieme, senza di lui) — per inciso, la principale contro-argomentazione portata a questi esempi è che “Sasuke fosse geloso di Sakura”, una stupidaggine se si considera che la fragola-rosa non faceva che sbavargli appresso.

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D’altro canto non me la sentirei di dire che Naruto provi il medesimo sentimento (per quanto vi possa essere), più che altro perché ho la sensazione che neanche il biondino lo abbia mai elaborato del tutto chiaramente, diventandone pienamente cosciente — per lui sta ancora molto bene la scusa del “siamo fratelli”.

Insomma Sasuke è tornato, ancora una volta, per combattere al fianco di Naruto e ha ben chiara l’idea di salvarlo fin da subito, molto prima che si rivelasse il fatto che loro due fossero le incarnazioni dei figli di Hagoromo e quindi l’unica chiave per sconfiggere Kaguya — quando ancora i nemici sembravano solamente Obito e Madara.

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Già in tale contesto Kishimoto ci mostra una perfetta affinità dei due, sia per le capacità sia per gli intenti, tanto che riescono a fondere assieme il proprio chakra in quella specie di Sasu-Naru-zord con cui affrontano Obito. Nello specifico, in quel istante della trama, Sasuke avrebbe potuto benissimo infischiarsene di Naruto e trovare l’appoggio di Orochimaru e degli altri kage e zombi-kage, evitando di proteggerlo ossessivamente fino all’inverosimile, come abbiamo già detto in precedenza. Non che avrebbe dovuto combattere contro o senza di lui, ma poteva cercare di coordinare un’azione di tutto il gruppo — non fosse per altro che dimostrare di avere la stoffa di un leader e tenere fede al suo intento dichiarato di diventare hokage.

Sasuke invece che cosa fa? Si preoccupa solo ed esclusivamente di Naruto, arrivando a spiegarlo candidamente per be due volte, nei capitoli 644 e 680.

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Ma non finisce qui… Se da un canto Naruto torna a dimostrare di tenere in massima considerazione il parere di Sasuke su ogni minima cosa (capitolo 655) — a volte fino al ridicolo — l’Uchiha abbassa subito la cresta, dopo che Naruto si risente del suo atteggiamento nei confronti di Kakashi e Sakura (capitolo 678), cercando quasi di tornare sui propri passi per non scontentarlo eccessivamente: sembra di tornare allo scontro con Gaara nella foresta, dove pur di far fare al biondino ciò che reputava giusto, acconsente anche a compromessi ai quali altrimenti non sarebbe sceso.

Di contro Naruto è sempre il solito idiota che non ha capito nulla, per cui non solo passa il tempo a dire che lo urta prendere ordini da Sasuke, “come se niente fosse successo” (e qui ho tanto la sensazione che è esattamente quello che vorrebbe il nostro protagonista, che tutto torni come era una volta), ma arriva anche a rievocare la scena sul ponte quando l’Uchiha lo salvò, dicendo che in certe situazioni il suo corpo si muove da solo e nello specifico quando si tratta di salvare gli amici.

Qui in particolare sembra che ciascuno dei due cerchi di sottintendere altro:

Naruto, dal canto suo, pare voler provocare Sasuke, per la serie: almeno sei mio amico? Allora mi salvasti, come io salverei degli amici… Dimostrando tutta la sua solita insicurezza e il fatto che non abbia capito un fico secco di come ragioni l’Uchiha (figuriamoci se il suo corpo si sarebbe mosso da solo per Sakura o Kakashi oppure altri…)

Sasuke invece rimane in silenzio, con la faccia di quello che pensa che l’altro non abbia capito un cazzo.

Ad aggiungere ombre sui soliti fraintendimenti tra i due, arriva anche Madara con un’affermazione profetica delle sue, quando Sasukkia cerca di infilzarlo:  “ah beh…  comunque non ti rimane molto tempo…” dice. A che cosa si stava riferendo? Tolto il fatto che probabilmente parlava dell’imminente tsukuyomi infinito, potrebbe anche darsi che si riferisse a qualcosa di collegato all’uso dello sharingan e che potrebbe aver condannato a prescindere il nostro beneamato Uchiha. E’ solo un’ipotesi, ma c’è chi la ritiene più che plausibile, e potrebbe dare un pizzico di dramma al finale (che altrimenti temo essere proprio latte-e-miele).

Infine, come se niente mancasse, ci pensa anche Kishimoto ad aggiungere dell’altro pepe alla faccenda, paragonando i due al Sole e alla Luna — i famigerati figli di Hogoromo.

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Si noti che nella rappresentazione, però, la figura del Sole ha un aspetto maschile, e quella della Luna uno femminile

In particolare, nel mito giapponese, le due entità hanno i generi invertiti rispetto a noi, laddove il Sole è la dea Amaterasu, mentre la Luna è il dio Tsukuyomi, entrambi figli di Izanagi e quindi fratelli (per la gioia di Narutello), ma anche sposati e quindi coniugi (per la gioa di Sasukkia) — dunque se da un canto l’omoerotismo lo abbiamo fatto uscire dalla finestra, a favore della fratellanza, adesso possiamo farlo rientrare dalla porta in nome del matrimonio. A tale proposito tutta l’allegoria non fa che sancire la già ben collaudata mela del Yin-Yang tra i due: maschile (per Naruto) e femminile (per Sasuke), luce e tenebra, destra e sinistra e via discorrendo.

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Manco a farlo apposta, si scopre che infatti Naruto è destro, mentre Sasuke è mancino, nel momento in cui Hagoromo chiede ai due di afferrare il suo bastone (sic!) con la mano dominante.

Insomma, dal capitolo 650 ad oggi il ritorno di Sasuke ha dato il via ad un estrema e capillare riunione dei due eroi (come li ha definiti lo stesso Kishimoto, nel punto della loro morte), quasi rievocando i due fiumi che una volta divisi si incontreranno nuovamente nell’oceano, perché che ci piaccia o meno il legame dei due è tanto indissolubile quanto fatale. Se quindi Naruto non ha fatto altro che rincorrere l’amico-fratello (o dovremmo dire fidanzato?) da quando se ne è andato, Sasuke non è tornato per altri che per lui (e non ha mancato di ribadirlo), come sembra anche sospettare Kakashi, mentre si interroga sul vero motivo della sua riconciliazione, chiedendogli quale fosse realmente il suo sogno (e Sakura che aggiunge: “Tu hai detto di voler diventare hokage, che cosa significa? Che cosa c’è dietro?”).

Per il momento è comunque presto per tirare le conclusioni, ma una cosa è certa: dietro, che ci piaccia o meno, c’è sicuramente Naruto… in tutti i sensi.

Vedi anche: parte prima, parte seconda


Aspettando il capitolo 652 – Postmodernismo

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Vedere Naruto e Sasuke combattere assieme, come gaissimi Power Rangers nel loro Megazord, mi dà un’immensa felicità; non lo nego, ma allo stesso tempo sento una profondissima delusione, per questa trama priva di senso, che ad ogni nuovo capitolo rovina tutto quello che c’era stato prima. Tutto. E quel che è peggio, non si potrà mai più tornare indietro. Mai.

Arrivati a questo punto la storia dovrebbe essere all’incirca questa: Naruto era un bambino bistrattato ed incompreso, che oggi è diventato un grande eroe circondato da amici, che egli vuole salvare; Obito era pure come Naruto, bistrattato ed incompreso, ma i suoi amici sono morti o lo hanno tradito e lui ora vuole distruggere il mondo.

Obito che si rivede in Naruto?! Davvero? E' una cosa così fondamentale?

Obito che si rivede in Naruto?! Davvero? E’ una cosa così fondamentale?

Mi viene già da sbadigliare, perché questo parallelismo sta ancora tutto nella testa di Kishimoto. Obito era un ragazzino impacciato e ritardatario, mentre Naruto era un orfano scagato da tutti perché aveva dentro di se il Kyuubi. Tra parentesi: ma visto quanto erano importanti le bestie-codate, è mai possibile che nessuno si cagasse Naruto e semplicemente lo temessero tutti? Non eravamo mica nel Paese di Dolcelandia, ma in un villaggio ninja! Ovviamente questo problema non si poneva, quando i cercoteri erano semplicemente dei “cataclismi naturali”, degli eventi accidentali fuori dal controllo umano, ma nel momento in cui qualcuno ha cominciato a dire che erano importantissime armi, allora viene da chiedersi: ma non sarebbe stato logico allevare ed allenare Naruto, affinché usasse il suo potere al servizio del Villaggio della Foglia, anziché lasciarlo crescere in balia del caso? Comunque torniamo a noi: Naruto non assomiglia per niente ad Obito, perché i suoi problemi derivano dal mondo esterno e non dipendono dalla sua volontà, avere Kyuubi dentro di se non è una scelta di Naruto, è un fatto e basta. Dire che Obito gli assomiglia, perché goffo, impacciato e ritardatario, vuol dire mancare completamente il punto sul personaggio di Naruto. Obito ha una famiglia, degli amici, un clan, ed è quello che è perché sostanzialmente così vuole essere, sulle sue “povere spalle” pesa solamente il fatto di essere un Uchiha imbranato e non degno del loro superbo nome! Eh sì, povero Obito, ci piange proprio il cuore per te.

Poi c’è la storia di Rin, che fa da catalizzatore per l’ira sempiterna di Obito, ma mi fa quasi pena parlarne, per quanto è ridicola e priva di ogni senso. In sintesi: Obito è un ninja, dovrebbe avere affinità con l’idea della morte, Rin è morta, punto! Sono passati quasi vent’anni da allora e qualcuno vuole farci credere che Obito abbia avuto il tempo per scoprire l’inaudito sull’Origine della Vita e non ha mai capito che Rin è morta perché non poteva succedere altrimenti?! In vent’anni?

Obito grida: “gli amici di cui ti fidi tanto un giorno ti tradiranno, come è successo a me!”. Obito, tesoro… In base a quale esperienza lo affermi? Solo per il fatto che non ti sei ingroppato Rin e che Kakashi l’ha uccisa? E’ questa la miriade di amici a cui fai riferimento? Povera mimosa, abbiamo una brutta notizia per te: la vita non è giusta, queste cose succedono e bisogna saperci sopravvivere. Il punto è che se si vuole fare un qualsivoglia parallelo, o si fanno crescere i personaggi in parallelo, oppure il cattivo di turno semplicemente dice “io una volta ero come te, ma scoprirai che delusione” e punto. Basta una frase così, lasciando al lettore immaginarsi il passato dell’arciavversario di turno simile a quello del protagonista.

In secondo luogo un parallelismo già c’era (e fosse stato solo uno) ed era tra Naruto e Sasuke, che appunto erano cresciuti insieme e si erano ritrovati entrambi soli, solo che hanno imboccato due vie diverse! Questo doveva essere lo scontro finale, Sasuke doveva essere quello solo e senza altri amici, mentre Naruto era stato riconosciuto da tutti e riusciva a riportarlo indietro. Capisco che per Kishimoto fosse difficile trasformare Sasuke in un nemico che vuole distruggere il mondo (anche perché poi sarebbe stato difficile riportarlo indietro), ma ancora una volta la questione fondamentale è: c’era bisogno di mettere in ballo il destino del mondo intero? Poteva trattarsi solo di Konoha e la battaglia sarebbe stata ugualmente epica. Gli Achei hanno combattuto solo contro Troia, ma non per questo l’Illiade era meno affascinante; la battaglia di Stalingrado non è meno emozionante, solo perché si combatte in una città e non è in gioco la distruzione della Terra!

Da questo punto di vista ci sarebbe da dire come la “salvezza del mondo intero”, in senso cosmogonico, di solito suscita scarso interesse, essendo una cosa così lontana e priva di esperienza per la maggior parte di noi, da non riuscire a provocare alcun coinvolgimento.

Comunque sia Sasuke è tornato redento (ci ricordiamo almeno da che cosa?), e adesso lui e Naruto, assieme ai suoi millemila amici, stanno per fare il culo a quella vacca di Obito. Ecco allora un altro problema: chi sono questi amici di Naruto? Tolto il fatto che Naruto, per un sacco di tempo, non c’è stato a Konoha, si ha più l’impressione che quelli siano semplici compagni di classe, colleghi molto simpatici, piuttosto che amici. Shikamaru e Naruto si conoscono (per esempio)? Che cosa hanno in comune? Che cosa condividono? Nemmeno Sakura, che è quella più vicina a Naruto, ha in realtà dimostrato di comprenderlo (partendo dalla stupida decisione di assassinare Sasuke) e, quindi, di essere una vera amica. Se rileggiamo il manga a ritroso vediamo una miriade di momenti in cui Naruto è sostanzialmente solo (veramente solo, tipo forever alone), in ricerca di Sasuke, e nessuno sembra comprendere questa cosa. Nessuno, nemmeno quelli che dicono di amarlo tipo Hinata.

Inoltre gli amici di solito ci riconoscono per quello che siamo, non per quello che facciamo. Naruto lo stanno riconoscendo per quello che sta facendo: sta salvando tutti. Questa è una prerogativa di un leader, di un grande condottiero, ma non basta a definire un amico. Dopo questa battaglia Naruto potrà anche fondare la Lega dei Comunisti, ma non sarà diventato più o meno amico di Sakura, Kiba, Shino, Ino, Shikamaru, Choji, Sai, Ten-Ten o Rock Lee e chi più ne ha più ne metta. Da questo punto di vista si ha quasi l’impressione di una puzzolente vendetta, una piccola e mefitica rivalsa sui propri compagni-colleghi che una volta non lo riconoscevano, ma adesso devono riconoscerlo. Per darne riprova Naruto dona loro il proprio chakra, li veste del suo mantello e fa lanciare loro il proprio attacco. Nell’economia della serie questo significa che Naruto avrebbe potuto fare anche tutto da solo, con dei cloni, invece ha detto a loro di rendersi utili, anziché star lì a guardare e non fare nulla, con i loro insulsi poteri. Un po’ come chi organizza una festa dove tutti gli invitati sono pagati per partecipare.

Non sto dicendo che Naruto consapevolmente si stia vendicando, ma che Kishimoto, come narratore, sta facendo sì che accada. Avete visto voi, piccoli e sciocchi omuncoli, avreste dovuto riconoscere il valore di questo ragazzo quando era orfano e solo, non adesso quando chiunque può tesserne le lodi! E da questo punto di vista chi è l’unico che lo ha da sempre riconosciuto? Ma Sasuke ovviamente.

In ogni caso, ritengo che sarebbe stato molto più bello se alla battaglia avessero contribuito tutti, attivamente, ciascuno grazie alle sue doti ed i suoi poteri, tipo in questa serie sconosciuta qui:

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Oppure qui:

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O ancora qui:

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E perfino qui:

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Giusto per citare alcuni esempi. In Slayers Try, nello specifico, vi è una situazione che presenta molte analogie con lo scontro tra Obito e l’Alleanza Ninja. Vargarv (Obito) è incazzato con il mondo e tradisce Armace (Madara) per ottenere il controllo su Dugradigdu (Juubi), con il quale vuole distruggere il mondo vecchio e crearne uno nuovo (Tsukuyomi Infinito). Parentesi chiusa, fatto resta che in tutte queste serie (e in molte altre), la vittoria finale non sarebbe stata possibile senza la partecipazione attiva di tutti, perché ciascuno aveva una qualità, o un potere, che gli altri non avevano; in Naruto invece si sta avendo l’impressione che la vittoria finale sia sostanzialmente possibile solo grazie a Naruto e Sasuke, mentre l’intervento degli altri è così marginale e secondario che i due protagonisti se la sarebbero potuta cavare anche da soli. Va bene che Neji si è sacrificato per salvare Hinata e Naruto, che Hinata lo ha riportato indietro dalle tentazioni di Obito, che Sakura ha curato un po’ di gente (statisticamente parlando ha curato per il 99,9% personaggi inutili) e così via, ma di fondo si tratta di eventi accidentali, senza i quali si sarebbe potuti comunque arrivare alla vittoria.

Ancora un esempio su questo tema: nel primo Harry Potter i tre protagonisti arrivano alla pietra filosofale superando una serie di prove, e lo scontro finale è tra Harry e il professor Raptor. La vittoria però arriva perché sia Ron, che Hermione, hanno giocato un ruolo essenziale sul percorso che porta alla conclusione in tutte le sue fasi. Chiaramente un po’ di sospensione d’incredulità ci deve essere, ma nel suo complesso non si ha mai l’impressione che l’intervento dei coprotagonisti (o degli amici) fosse marginale, quando non inutile.

In Naruto invece che cosa vediamo? C’è un esercito di ninja che se non ci fosse sarebbe uguale, ed una combriccola di amici che al più è riuscita ad abbattere qualche sub-Juubi ed erogare guarigione qua e là. Non si può dire che non fosse utile, ma sa troppo di “ehi, facciamo qualcosa concreto anche noi”, laddove poi Sasuke si porta appresso né più né meno che i 4 zombiekage e Naruto elargisce protezione e chakra a tutti.

Se togliamo Ron o Hermione, sentiamo che Harry si troverebbe in grande difficoltà, non fosse altro che morale (essendo palese il loro rapporto di amicizia). Se togliamo Hinata, non solo Neji non sarebbe morto in uno dei modi più ridicoli nella storia di tutti i manga, ma qualcun’altro avrebbe ridestato Naruto (magari Sakura, Shikamaru, o Ino… visto come si muove la trama) e poi davvero la tentazione era così forte? Se togliamo Sakura, sarebbero intervenuti altri ninja medici (ma davvero lei è l’unica di tutta l’Alleanza?!), non fosse che in ultimo sarebbe intervenuta la stessa Tsunade, recuperata grazie a Sasuke (e rieccoci!). Shikamaru è un tanto acclamato stratega, ma gira e rigira dov’è tutto ‘sto genio? Che cosa gli aveva rivelato il padre? Kishimoto ti ricordi la rivelazione del padre di Shikamaru? La vogliamo recuperare? Di kage e zombikage non ne parliamo nemmeno, essendo diventati, direttamente o indirettamente, dei sottoprodotti della genialità di Lady Sasuke (ricordiamoci come i kage siano morti come mosche difronte a Madara).

Basta, quando finisce?

Basta, quando finisce?

Siamo alla fine? Chi può dirlo? Madara ed Obito erano già stati tagliati una volta in due, per cui più che la morte fisica di Obito, ci sta che questa sia una morte-spirituale, nel senso che ora si redime e tutti combattono contro Madara. Se dopo questo colpetto crepasse veramente, sarebbe da piegarsi in due dalle risate, sia per l’evocazione della sua ridicola spada-DNA (La spada che ha creato il mondo? Ma se gli uomini già c’erano prima del Saggio delle Sei Vie! Kishimoto, di che diamine stai parlando?! Forse sarà la spada che ha forgiato il mondo dei ninja, ma allora non si capisce perché debba avere l’aspetto di una doppia-elica, non essendo generatrice di vita organica, quanto piuttosto un’organizzatrice sociale — una lama molto affilata sarebbe stata di sicuro più idonea), sia perché la sua redenzione passa dal puerile sogno di essere hokage!

Non fraintendetemi, non dico che essere hokage non possa essere una cosa interessante, semplicemente uno come Obito, dopo tutte le esperienze vissute e dopo aver visto quanto sia politicizzato quel ruolo, dovrebbe infischiarsene bellamente (alla fine il 99,97% del tempo lo si passerà ad una scrivania, mica in battaglie epiche). Inoltre diventare hokage per essere riconosciuti da tutti, è come sostenere con Jean Baudrillard che è la televisione che guarda noi, e non il contrario — un’illusione a cui può sottostare un ragazzo di sedici anni, ma non certo un uomo di trenta.

Concludendo in sintesi: Naruto ‘sta combattendo con un’Alleanza Ninja inerme, una guerra che non ha senso (potevano evocare Juubi altrove), contro un nemico infantile, affiancato solo da Sasuke ed una schiera di insignificanti ed incolori concamerati, che da ora in poi lo ameranno ed idolatreranno tutti i giorni come nelle Casse di Sabbia a Faraon.

Potrei cagare dalla felicità.

Serial Mom Pussyface


Naruto in pillole – Capitolo 651

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Il susanoo di Sasuke avvolge il Kurama di chakra di Naruto, esattamente come aveva fatto Madara all’inizio dei tempi contro Hashirama: ma va, chi l’avrebbe mai detto! Mancano ancora tipo 7 minuti e 43 secondi all’attivazione dello Tsukuyomi Infinito e di fronte a Dio-Obito si pongono due alternative: allontanarsi dal campo di battaglia per proteggere l’Albero-Casa-Juubi, oppure scontrarsi direttamente con i nostri protagonisti. Dio-Obito ci pensa… Arduo decidere davvero… Ci pensa intensamente… Poi tira fuori una spada a forma di DNA… La situazione sembra un misto tra i cartoni di Barillé e Crocodile Dundee.

Naruto passa i propri poteri ai suoi inutili compagni, facendo lanciare loro un rasengan a testa, giusto perché siano serviti a qualcosa (visto che usavano i suoi poteri, potevano farlo anche dei cloni insomma)… Tra la moltitudine c’è anche Hinata, che non sa di che morte morire: se dalla gioia di essere usata da Naruto-kun ♥, o dalla disperazione di essere soltanto una compagna marginale, pari a Sakura, Kiba, Shino, Ino (sic!), Shikamaru, Choji, Sai, Ten-Ten e Rock Lee, tutti satelliti di Sasu(ke)-Naru(to).

Kakashi, in tele-visione-stile-Harry-Potter, segue i pensieri di Obito-mort. Tsk! La spada-coltellino-DNA si frantuma contro il machete-susanoo.  Ma noo, Obito, pensavamo tutti che fosse un’ottima idea! Parte una grande luce e Kakashi ed Obito si ritrovano alla King’s Cross Station… solo più pulita.

Obito rivede tutti i suoi sogni: essere hokage, con la faccia maciullata, ma amato da tutti! Ancora 7 minuti e 22 secondi e sarebbe successo! Si chiede perché diamine non abbia usato gli illimitati poteri di Juubi per… chessò lanciare una sfera-nera-della-morte-totale oppure delle travi di legno, oppure alzare uno scudo attorno all’albero, o intralciare in altro modo l’alleanza per ancora qualche minuto… Ma è tutto vero o sta accadendo solo nella sua testa?

Compare Silente: “Certo che sta accadendo dentro la tua testa, Obito! Dovrebbe voler dire che non è vero?”

Tsukuyomi Infinito docet, e intanto Obito viene tagliato a metà, spezzato come un tronky, dall’attacco Sasu(ke)-Naru(to).

Fonte: Naruto 651


Aspettando il capitolo 615 – Il piano di Madara e il ricatto di Obito

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Aspettando l’uscita del capitolo 615 di Naruto vorrei dedicare due parole ad un argomento passato un po’ in sordina nel capitolo 614, causa la morte del povero Neji.

Kishimoto rendendosi conto dell’assurdità di tutta la situazione ha deciso di spiegarci un po’ di cose, anzitutto il perché Madara abbia deciso di nuclearizzare un’anonima cittadina e la base segreta della ribellione (costituita tra l’altro solo dal papà di Shikamaru ed un altro ninja di cui non ci importa nulla) anziché attaccare i ribelli lì di fronte.

In realtà è proprio Madara a spiegarcelo, rivolgendosi ad Obito: “se non li ho ancora atomizzati è perché di mezzo potresti finirci anche tu”.

Obito si sente un po’ il Gourry della situazione e non possono che girargli le scatole (ed ha tutta la nostra comprensione).

Cioè davvero Madara questa ti sembra una scusa? Juubi con una mano potrebbe schiacciare una palazzina, spara raggi mortali orizzontali che radono al suolo le montagne e tu vuoi farci credere che l’unico attacco che hai a disposizione potrebbe far finire di mezzo anche Obito?

Mi prendi per il culo?

Mi prendi per il culo?

Sentendo questa perla rara Obito si convince che il buon-vecchio-Madara stia cominciando a soffrire di demenza senile, per cui si azzarda a chiedergli una cosa che mai avrebbe detto altrimenti: “ti piacerebbe se stavolta sto sopra io?”

Madara lo guarda con una faccia da se ci tieni provaci, ma da come ti piace prenderlo dubito tu ci riesca…

Cioè capito? Il super-piano di Madara era il seguente: Obito mi riporta in vita con il rinnegan uccidendosi, io divento lo jinchuuriki di Juubi e poi lancio lo tsukuyomi infinito. E quando lo ha spiegato ad Obito lui ha detto: “sì, non vedo l’ora!”

Ma Madara un’analisi del piano l’hai fatta? Non ti è mai venuto in mente che Obito avrebbe potuto non riportarti mai più in vita una volta avuto il rinnegan? E chi lo avrebbe fermato? Lo Zetsu nero forse? Cioè magari crescendo ad Obito non andava ‘sto granché morire per riportare in vita un vecchiaccio come te che poi avrebbe messo il mondo in Matrix, senza che lui potesse manco vederlo mai. Che ne avrebbe avuto in cambio?

E tu Obito: uno ti dice di ammazzarti per riportarlo in vita perché poi lui userà Juubi, la più potente arma del cosmo, per rendere tutti felici e tu ci credi? E’ come se Sauron ti dicesse di dargli l’unico anello perché vuole salvare i bambini in Africa e tu glielo dessi!

Obito, che a questo punto si sente troppo un genio, dice a Madara: “se io non ti riporto in vita tu non puoi diventare lo jinchuuriki di Juubi, per cui ora sei costretto a fare quello che voglio io e io voglio farli soffrire per bene!”

Madara non può che ridersela perché non vede l’ora di vedere una passivona come Obito darle a destra e a manca, eccitato anche dal fatto che a breve se lo reincula con un: “se non ti sbrighi perdiamo il controllo di Juubi e moriamo tutti, mentre se ti fidi ci sta che io salvi davvero il mondo…forse…”

E Obito caro: questa volta sarà con sabbia e vetri…


Aspettando il capitolo 614 – Mostruosamente Juubi

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Aspettando l’uscita del capitolo 614 di Naruto vorrei soffermarmi a riflettere un attimo su Juubi e l’utilizzo che se ne dovrebbe fare. Voglio dire: non vi sentite un po’ delusi-presi-in-giro?

Anzitutto saranno almeno 200 capitoli che ormai ne sentiamo parlare e francamente vedere prima comparire una razza deforme e poi questa specie di bulbasaur-atomico-anoressico diciamo mi lascia un po’ indifferente. Si vede però che essendo ancora incompleto è letteralmente handicappato, senza il chakra dell’otto e nove-code. Il corpo originale inoltre dovrebbe essere rinchiuso (ancora) nella Luna (per non dire essere la Luna stessa) per cui questo è probabilmente quello di cui sono riusciti a dotarlo il buon Obito e Madara, abusando come al solito delle cellule di Hashirama, che è un po’ il quadrifarmaco di tutti i mali.

Adesso, sorvolando sulla deformità di Juubi, era quello che vi aspettavate? Io personalmente immaginavo che essendo il corpo nella Luna e volendo lanciare lo tsukuyomi infinito dalla Luna, la cosa sarebbe avvenuta automaticamente una volta risvegliato Juubi, che sarebbe rimasto lì felice ed inerme in cielo a lanciare per l’eternità la sua tecnica. Invece qui è sbucato un mostro grottesco che poi che cosa dovrebbe fare? Madara e Obito dicono di controllarlo a mala pena, una volta lanciato lo tsukuyomi infinito che cosa intenderebbero fare? Restargli attaccati per sempre tipo flebo a fargli proseguire la tecnica? Oppure lo tsukuyomi infinito investirebbe anche loro, Juubi compreso, facendoli sprofondare per sempre nel paese delle meraviglie?

Probabilmente rendendosi conto dell’assurdità del piano Madara ha deciso semplicemente di distruggere il mondo, tant’è che da un po’ a questa parte non fa che ripeterlo (a meno che poi non voglia lanciare lo tsukuyomi infinito su una landa desolata, per la serie: funziona per forza, non c’è nessuno su cui potrebbe non funzionare).

Come speravamo fossi Juubi, più simile a Kurama

Come speravamo fossi Juubi, più simile a Kurama


Naruto in pillole – Capitolo 612

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I ninja cominciano a sganciare tecniche contro la borsetta-Juubi come se non esistesse un domani. Obito dice “il mondo finirà adesso!”, Naruto lo contraddice, mentre loro sono impegnati a dibattere sulla data e l’ora esatta dell’apocalisse Madara osserva che ‘sta alleanza ninja no jutsu gli sembra un po’ ridicola.

La CIA dei ninja comincia ad elargire consigli preziosi: accecate Juubi con della luce per peggiorarne la già pessima mira, Madara e Obito sembrano avere degli occhi potentissimi, fate male a Madara con attacchi fisici, Obito ha un malus sulla trasparenza, lanciate della nebbia intorno a voi, così se dovessero usare un mega-raggio-della-morte-totale che occupa il posto di 3 continenti ci sta che non vi becchino…

La borsetta-Juubi si prepara a raggiungere il suo stadio finale e addormentare il mondo intero con lo Tsukuyomi Infinito.

jigglypuff

Fonte: Naruto 612


Naruto in pillole – Cap 611

 

Obito e Madara montano sulla testa di Juubi perché fa figo. Madara comincia a sparare frasi tipo: “moltiplicandoti moltiplichi la tua incompetenza” e “cosa potrebbe fare un manipolo di incapaci come voi contro me, Madara, che posso fare tutto?”. Obito intuisce che Naruto gli assomiglia, per cui tenta di corromperlo con una promessa in cui sa lui stesso cascherebbe: “appena distruggo il mondo ti faccio Hokage”. Stile meglio essere il re dei morti che l’ultimo dei vivi… che geniaccio che è Obito. Siccome però nessuno li caga decidono di far sparare a Juubi un mega-raggio-della-morte-totale a salve, per attirare la loro attenzione.

Mentre perdevano tempo a parlare si raduna di fronte a loro tutto il mondo shinobi, ninja scontenti di non essere morti poco fa assieme ai kage.

Naruto in uno slancio immotivato di ottimismo urla: “adesso tirerò un colpo di vento mortale che distruggerà il vostro tsukuyomi infinito”.

Obito fa la faccia di chi spera di non aver preso una sola, perché ha gettato via lo scontrino di Juubi-Tsukuyomi-Infinito.